Vi confido che è con la Parola di Vita di questo mese che molto spesso inizio le mie preghiere, chiedo a Dio continuamente di farmi conoscere le sue vie perché non è facile rimanere nella volontà di Dio quando abbiamo decisioni da prendere, scelte da fare, a volte per cose importanti che possono coinvolgere anche altre persone, a volte più semplici.
Come affrontare gli eventi inaspettati, decisivi che ci si presentano? Come affrontare anche le varie malattie che arrivano nella nostra vita, specialmente quelle gravi, e rimanere nella volontà di Dio?
Spesso ci sentiamo oppressi e angosciati, al limite delle nostre possibilità. Ma dobbiamo cercare una via, la Via Giusta! E, quando da soli non sappiamo cosa fare, siamo incerti, e a volte ci sembra persino di non avere alcuna via, chiediamo consigli a persone che consideriamo amiche affinché ci aiutino.
Tutti abbiamo bisogno di veri amici che ci diano luce. Ma chi è il Vero Amico che ci conosce intimamente, che ci ama e ci accompagna nel nostro cammino?
La fede cristiana ci dà la risposta perché ci fa entrare nella vera amicizia con Dio, che è Padre!
È l’amicizia con Lui, Amore disinteressato la Via. Le strade che Lui ha tracciato per noi sono l’occasione di incontro con altri viaggiatori con i quali possiamo scoprire nuove mete da condividere. Perché il cristiano non è mai una persona isolata, ma fa parte di un popolo in cammino verso il disegno di Dio, che è Padre di quell’umanità che è fraternità universale, civiltà dell’amore, quella civiltà di cui ci parlava papa Paolo VI, prossimo santo.
Chiediamo, quindi, sempre: «Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri», affidiamoci a Lui, unica via sicura, perché Gesù ci ha detto di sé: «Io sono la Via…» (Gv 14, 6).
Le Sue Vie sono audaci, sfidano abitudini egoistiche, pregiudizi, falsa umiltà e ci aprono orizzonti di dialogo, di incontro, di impegno per il bene comune. Soprattutto ci richiedono un amore sempre nuovo, stabilito sulla roccia dell’Amore e della fedeltà di Dio per noi. Un Amore capace di arrivare fino al perdono che è condizione irrinunciabile per costruire relazioni di giustizia e di pace tra le persone e tra i popoli. Facciamo dei gesti d’amore semplici, ma autentici, per poter illuminare la strada nel cuore degli altri, e gli altri illumineranno la nostra.
Chiara Lubich ha incoraggiato nel 1989 i giovani riuniti a Santiago di Compostela, per la Giornata mondiale della gioventù, ma incoraggia anche noi con queste parole:
«[…] Definendo se stesso come “la Via”, ha voluto dire che dobbiamo camminare come ha camminato lui […].
Si può dire che la via percorsa da Gesù ha un nome: amore […] L’amore che Gesù ha vissuto ed ha portato è un amore speciale ed unico. […] È l’amore stesso che arde in Dio. […] Ma amare chi? Amare Dio certamente è il primo nostro dovere. Poi: amare ogni prossimo. […] Dal mattino alla sera, ogni rapporto con gli altri va vissuto con quest’amore.
In casa, all’università, al lavoro, nei campi sportivi, in vacanza, in chiesa, per strada, impariamo a cogliere le varie occasioni per amare gli altri come noi stessi, vedendo Gesù in loro, non trascurando nessuno, anzi amando tutti per primi. […] Entrare più profondamente possibile nell’animo dell’altro; capire veramente i suoi problemi, le sue esigenze, i suoi guai e anche le sue gioie, per poter condividere con lui ogni cosa. […] Farsi, in certo modo, l’altro. Come Gesù che, Dio, si è fatto, per amore, uomo come noi. Così il prossimo si sente compreso e sollevato, perché c’è chi porta con lui i suoi pesi, le sue pene e condivide le sue piccole felicità. “Vivere l’altro”, “vivere gli altri”: questo è un grande ideale, questo è superlativo».
«Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri».