Mentre recitavo il Rosario all’aperto durante il mese di maggio, ho guardato il cielo ancora luminoso, senza nuvole. I bambini stavano recitando l’Ave Maria.
Ho pensato: ‘Appena finito il Fioretto, faccio loro una domanda: Siete capaci di toccare il cielo?’
Istintivamente hanno alzato il braccio e hanno puntato il dito in alto.
Mi aspettavo un po’ di imbarazzo, di incertezza, di meraviglia da parte dei bambini a una tale domanda. Evidentemente per loro era una cosa naturale, semplice.
Il cielo è a portata di mano.
Da dove comincia il cielo? Possiamo chiederci noi: a un chilometro dal suolo, a dieci chilometri, a mille, a un centimetro?
Dal momento che non c’è soluzione di continuità in verticale, possiamo dire che dal suolo al firmamento è tutto cielo, non c’è alcun ostacolo. E’ cielo sopra la punta del dito del bambino, è cielo dove c’è la costellazione e la galassia…
Gesù è salito al cielo non certo nel senso di questa descrizione: se fosse, starebbe ancora salendo perché il cielo misura anni-luce, non si sa dove finisce.
Gesù ha cambiato dimensione, perché dove è andato Lui gli occhi non vedono più; è entrato nella nube, nella dimensione di Dio anche con il suo corpo. La presenza visibile non c’è più, essa dà sicurezza, conforto, dà soddisfazione agli occhi, ma non è più necessaria. Ecco allora il distacco, Gesù sale e una nube lo toglie allo sguardo.
Al suo posto c’è qualcosa che ci mette nella dimensione di Dio: è la fede. Quella nuvola che nasconde Gesù, domanda fede nella certezza che Lui è sempre presente ma invisibile. Domanda speranza operosa nell’attesa della sua venuta alla fine dei tempi.
Omelia anno B – Ascensione – 13.05.2018 (2.a versione)
Mi introduco con un’immagine: quando parte un missile dalla rampa di lancio, si notano due movimenti, uno in verticale, l’altro in espansione; il missile è lanciato verso l’alto, mentre l’accensione dei motori provoca un boato e una nube a terra.
L’Ascensione di Gesù non è statica come la Trasfigurazione: c’è una frenesia di movimenti …
Gesù sale verso il Padre e invia gli Apostoli per le strade del mondo.
Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura
Gli Apostoli vedono Gesù salire (nel nostro immaginario il Padre sta in alto fra le stelle – forse anche per Gesù ?!), ma la sua partenza in verticale provoca l’espansione degli Apostoli sulla terra per dar vita alla Chiesa. Cristo ha concluso la sua opera tra gli uomini; è compito degli amici di Gesù ora diffondere la sua Parola con la Testimonianza.
Noi cristiani, figli di Dio, corrispondiamo alla salita di Gesù verso il Padre, espandendo il Vangelo e diffondendo il desiderio di cielo?
Non rifugiamoci nel misticismo o nelle devozioni, ma impegniamoci per un mondo migliore di giustizia e di pace, tenendo sempre presente che il nostro traguardo è in Dio