Plastico Piove di SaccoLa Saccisica viene da lontano: dall’esigenza di trasportare derrate agricole, di muovere i greggi, di raggiungere le zone portuali all’interno del territorio, i Romani trasformano un insieme di piccoli villaggi (detti “pagi”) in un paesaggio ordinato ed organizzato.

Questi, a partire dall’epoca di Augusto, pongono mano al paesaggio inizialmente con la creazione di Vie Consolari e di “fosse”, per permettere un più facile attraversamento del territorio, e definitivamente con la fondazione di una colonia. Molte località presentano comunque nomi di origine romana: si pensi ad esempio a Codevigo, Corte, Polverara, Vallonga, Villa del Bosco.

Da dove deriva il nome Saccisica? Leggi l’origine del nome Saccisica

L’equilibrio e l’ordine raggiunti durarono ben poco, non solo a causa della decadenza dell’Impero, ma anche per le continue invasioni delle popolazioni “barbare”, che terrorizzavano e scacciavano dai territori gli abitanti; inoltre, gli straripamenti dei fiumi molte volte cancellavano quasi interamente vaste zone di campagna, rendendole paludi acquitrinose. Molte località invece, una volta rimaste deserte, si coprirono di foreste: lo si evince da documenti rimasti ma soprattutto dalla toponomastica, che ci propone nomi come Concadalbero o Villa del Bosco.

Dopo una parentesi di dominio longobardo, la Saccisica, il cui centro era molto probabilmente costituito da Corte, entra nell’età feudale con l’inevitabile frazionamento in tante proprietà. Nell’ 897 la Corte di Sacco è donata al Vescovo di Padova, il quale a sua volta ne cede parti a signorotti e ad altri ordini religiosi. E’ da questo periodo che si costruiscono torri e castelli sempre più numerosi, che fungono da mezzi di difesa e da simbolo di potere e forza al tempo stesso; sono i documenti che ci parlano dei vari castelli, come quello di Concadalbero o di Legnaro nel 1234, o ancora quello di Brugine, su cui si pensa sia stata costruita Villa Roberti.

Saccisica Durante il Medioevo

Accanto a mura e torri, sorgono durante il Medioevo chiese, chiamate anche pievi, matrici o arcipretali. Nel territorio di Sacco ad esempio, erano presenti le pievi di S.Martino a Piove, S.Biagio a Legnaro, S.Tommaso a Corte.

In seguito alle pievi nascono poi in città e nei dintorni tra l’XI ed il XII secolo gli ordini monastici, voluti e sostenuti da potenti famiglie.

Durante il 1200 nel territorio di Piove cominciano ad essere numerose le presenze dei benedettini “albi” (dalla veste bianca): a Pontelongo con il monastero di S.Giovanni, a Piove di Sacco con quello dei Santi Vito e Modesto, oltre che a Polverara e a Brusadure. Dalla metà del 1200 si diffonde anche l’ordine francescano.

Oltre al potere ecclesiastico, spirituale ma soprattutto politico, anche nella Saccisica sorgono nell’età dei feudi libere associazioni di cittadini: perciò, dopo che Bovolenta e i paesi vicini si costituiscono comune nel 1141, anche Piove di Sacco si costituisce tale, pur rimanendo sotto il dominio del Vescovo. Nel 1276 la Saccisica è governata da un Podestà e Padova impone a tutto il territorio i suoi statuti, tollerando comunque eccezioni, come nel caso di Piove. Sono molti gli sforzi per favorire le comunicazioni: si riapre la Via Nuova, cioè la Padova-Bovolenta, si riorganizzano argini e ponti, si costruiscono nuovi canali. Nel periodo comunale, Piove (per il suo borgo) e Bovolenta (per la difesa militare che rappresentava) sono i centri principali attorno a cui gravita la Saccisica.

Saccisica e i Carraresi

La prosperità sociale ed economica raggiunta nel 1200 si arrestò invece nel XIV secolo con la dominazione Carrarese (1318-1405); il Piovese fu devastato dalle continue guerre, i saccheggi e gli incendi erano all’ordine del giorno, e ne fecero le spese il castello di Legnaro, nonché quelli di Bovolenta e di Piove. I prìncipi Carraresi si occupavano soltanto di guerre, tralasciando gli interessi della popolazione; inoltre, alle guerre si associarono devastanti pestilenze.

Nel ‘400, con l’avvento dei Veneziani, qualche cambiamento arriva, sebbene in modo graduale, dato che la classe dirigente veneziana era ancora troppo legata agli interessi marittimi.

Il Rinascimento della Saccisica

Il ‘500 vede invece un netto miglioramento della situazione all’interno della Saccisica, grazie ad opere di bonifica operate anche da ordini religiosi, come nel caso dei Benedettini che realizzarono la Corte di Correzzola, organizzando razionalmente il territorio con la creazione di strade, canali e fossi. Un’altra grande opera di bonifica è stata quella operata da Alvise Cornaro a Codevigo, il quale trasformò terreni malarici in fertili campagne.

L’opera di bonifica termina nel secondo decennio del ‘600, secolo di crisi economica ma caratterizzato dalla costruzione di ville. La Saccisica è ricca di ville, sia lungo corsi d’acqua che sparse nelle campagne. In questo secolo esse sono considerate unicamente come palazzi per feste o vacanze, ma già dal ‘700 il nuovo impulso verso l’agricoltura rende la villa il centro della riorganizzazione del paesaggio. Infatti, oltre alla villa, attraversando la Saccisica, è facile imbattersi in edifici quali case rurali, casoni, barchesse, che assieme ai fiumi, agli argini, rappresentano la definizione del territorio codificata in epoca veneziana e sino ad oggi mantenuta.

Fino al 1866 il Veneto, e quindi la Saccisica, furono governati dagli austriaci, i quali posero molta importanza alla ristrutturazione e alla costruzione della rete stradale.

Durante il Regno d’Italia invece si realizzarono linee ferroviarie che collegavano Padova con Piove e Piove con i comuni vicini. Le macchine a vapore aiutarono poi i nuovi lavori di bonifica con il conseguente sviluppo dell’agricoltura, occupazione primaria sino alla metà del ‘900 che oggi però si vede soppiantata dalla sempre maggior crescita dell’industrializzazione all’interno della Saccisica.